Notte Profonda

Splendida luna, gatta che lievi zampe posi sui sogni

Eterno buio

Mi verso un altro bicchiere. Non sento

rumore ne’ suono se non il mio lento

respiro, fluire di un rivo remoto,

che affiora in qualche ricordo e che scorre,

bagnandomi i piedi e mi odo gridare,

ridendo, indicando qualcosa a mia madre,

che sorridendo mi prende per mano.

La stanza vicina è immersa nel buio,

che pare guardarmi come fossi un bambino,

tendendo le braccia, quasi a ghermirmi,

fondendo le sue fredde mani con gli abiti

sporchi che indosso.

Mi appoggio alla sedia, poi chiudo gli occhi

e m’immergo,

tuffandomi dentro lo spazio infinito

del mare abissale che riempe i crepacci

del flusso di lava della mia mente,

sprofondo lontano dall’aria

lontano dal sole e la luce del giorno.

Precipito verso il fondale ovattato,

cercando qualcosa, un tesoro nascosto,

un incendio che brucia nel petto.

Ma è buio sul fondo del mare,

neppure la luce del sole più caldo

del giorno più chiaro d’inizio d’estate

raggiunge la morbida sabbia che copre il fondale.

Neppure i colori del mondo discendono

a illuminare l’abisso di perpetua notte.

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