
Sulla panchina scrostata
una zattera persa
nel vento insistente
che solca tagliando
l’acquario del cielo
immobile a terra
mi avvito nel gorgo
sull’asse ricurvo del
tempo che annega
i ricordi in un morbido
fumo, una nube che
ondeggia indecisa
indolente intridendo
cinerei momenti
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