
profonda resipra
l’onda suadente
di lunghe dita d’acacia
che arpione di linfa
fremente conficca
con forza nei visceri
neri di terra bollente
e graffia con unghie
affilate di foglie
e corde di vento
sottile e infinito frinire
la volta turchese
che sanguina dolce
la luce del sole
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